Vanno bene entrambi. L’importante è che durino solo per il tempo necessario e che, come genitori, sappiamo gestirli con intelligenza.

Per il bambino piccolo succhiare è un’attività naturale e utile, un comportamento che soddisfa la necessità di nutrirsi e ha un grande valore psicologico. Infatti, succhiare è una strategia che il neonato ha a portata di mano per trovare sicurezza quando ha paura, conforto, se si sente triste o solo.

A partire dai 24 mesi però, è importante ridimensionare il ricorso a ciuccio e dito. A quest’età i bambini hanno più risorse per soddisfare il bisogno di sicurezza e consolazione, possono sopportare le prime piccole frustrazioni e possono ridurre il ricorso a queste scorciatoie.

Come nel caso del pannolino, nessuno discute che sia necessario, ma tutti ritengono importante che i bambini non ne abbiano più bisogno all’ingresso alla scuola materna.

E allora, come procedere?

Come per il pannolino, si può iniziare a ridurre l’uso di ciuccio e dito di giorno, fino ad arrivare allo scoglio più difficile che, di solito, è il momento di addormentarsi. Nulla è impossibile se si dispone di pazienza, un po’ di tempo e di fantasia per inventare strategie alternative. Ricordate, dedicare tempo e impegno a questo compito è sempre un ottimo investimento.

Prima di tutto rinforzate e arricchite la relazione con vostro figlio. In secondo luogo, lo aiutate a crescere e lo liberate da una stampella ormai inutile e anche dannosa, perché diventa una forza esterna capace nel tempo di deformare la bocca.  

Infatti, succhiare ciuccio o dito per molte ore al giorno e oltre i tre anni di età, può deformare le arcate dentali e il palato e modificare la funzione dei muscoli della bocca e del viso in modo permanente.

In questo caso si parla di “abitudini viziate”, perché non sono più una necessità, ma una cattiva abitudine, come lo è il fumo per la salute dei polmoni.

In bocca, per fortuna, le cose sono più facili che nei polmoni: smettere in tempo, in molti casi, aiuta a risolvere completamente le deformazioni e la bocca recupera da sola la sua forma naturale.

Ma questo non vale per tutti, dipende molto dalle caratteristiche genetiche ereditate dai genitori. Se c’è una familiarità a sviluppare una malocclusione, la presenza di abitudini viziate peggiora la situazione, aggiungendo problema a problema.  

Quindi, nel dubbio, è meglio adottare un comportamento prudente e gestire con buon senso l’uso di dito e ciuccio ricordando tre semplici regole:

  • Favorire, per quanto possibile, l’allattamento naturale
  • A partire dai due anni di età iniziare a ridurre l’uso di ciuccio e dito
  • Arrivare all’ingresso alla scuola materna senza entrambi

Ma se il pediatra vi segnala che vostro figlio a tre anni ha già un problema di occlusione come il morso crociato o il morso aperto?

Non vi preoccupate, tre anni sono il momento utile per una prima visita ortodontica. Serve a capire se è sufficiente modificare alcuni comportamenti o se il problema è importante ed è opportuno cominciare a pianificare un’ortodonzia per bambini.

Vuoi approfondire l’argomento? Questi sono alcuni articoli scientifici recenti sul tema.

Association between oral habits, mouth breathing and malocclusion in Italian preschoolers. E.G. Paolantonio, N. Ludovici, S. Saccomanno, G. La Torre*, C. Grippaudo. European Journal of Paediatric Dentistry vol. 20/3-2019

Timetable for oral prevention in childhood—developing dentition and oral habits: a current opinion. Majorana et al. Progress in Orthodontics (2015) 16:39 DOI 10.1186/s40510-015-0107-8

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