I nostri cervelli sono “sociali”, perché si sono evoluti nel tempo per interagire, cooperare e regolarsi reciprocamente. Questa trasmissione a “banda larga” permette ai nostri cervelli di sintonizzare i pensieri, i sentimenti e i comportamenti di due o più persone che interagiscono tra loro.
Grazie a questo meccanismo, abbiamo potuto vivere in coppia, creare la famiglia, dar vita alle “tribù” di amici, colleghi, compagni. È in virtù di questo meccanismo che ci teniamo tanto ad avere un BEL SORRISO e siamo disposti a sacrificarci per ottenerlo e mantenerlo.
Sapere di avere un bel sorriso, infatti, ci rende sicuri di noi stessi, di poter comunicare agli altri il nostro stato d’animo e arrivare prima e in modo più diretto al cuore di chi ci guarda.
Ma attraverso questa connessione ci arrivano anche gli stati d’animo spiacevoli, come la paura, l’ansia, la rabbia, l’insofferenza, l’aggressività. Per questo motivo, quando nelle relazioni, familiari o di lavoro, la tensione sale e si prolunga nel tempo, iniziamo a soffrire di STRESS.
Cos’è lo STRESS?
La parola inglese “stress” significa “tensione”, una condizione non solo psicologica, ma anche fisica. Infatti, il sistema nervoso autonomo, che si trova al di fuori del nostro controllo, si attiva spontaneamente nelle circostanze che giudica pericolose per noi.
Una delle attivazioni più evidenti è l’aumento della tensione muscolare. Quando vivevamo nel paleolitico, questo meccanismo era utilissimo, perché ci metteva nelle condizioni ottimali per reagire o fuggire davanti a un potenziale pericolo. La sua funzione era affrontare le minacce alla nostra sopravvivenza che, in un modo o nell’altro, si sarebbero risolte in tempi molto rapidi.
Ma nel 2021, il sistema nervoso autonomo, che conserva le sue caratteristiche primitive, non sa distinguere tra situazioni realmente “pericolose” o semplicemente negative per noi. Perciò ci troviamo sotto “tensione” o stress quando dobbiamo sostenere un esame, sopportare un capo dispotico, gestire una relazione familiare dolorosa.
Questa prolungata, anche se moderata tensione muscolare, inevitabilmente, si trasforma in sintomi fisici: DOLORE allo stomaco, cefalee, dolori al collo, alla schiena, alla mandibola, insonnia.
Siamo esseri affascinanti, ma molto complessi. Niente di noi è semplice e nessuna soluzione terapeutica semplice si adatta a tutte le persone. Una soluzione che vada bene per tutti è destinata a deludere la maggior parte dei pazienti.
Per questo, il primo dovere di chi cura è allargare i propri orizzonti di conoscenza, studiare e cercare più informazioni possibili.
“Se, mentre vedete i vostri pazienti, riflettete su ciò che sta accadendo, acquisite nuove informazioni e le combinate con ciò che già conoscete, siete parte dell’avanzamento incrementale del campo scientifico.” Louis Cozolino
Un vero e proprio invito alla responsabilità di cura e all’esplorazione.
Il contenuto di questo articolo è tratto dal testo “Neuroscienze per i clinici”, appassionante lettura d’agosto 2021
Autore è il dr Lou Cozolino, docente di Psicologia presso la Pepperdine Univeristy (Malibu California) e psicoterapeuta. Ma direi che è una descrizione riduttiva: ha svolto ricerche nelle neuroscienze sociali e cognitive, sull’attaccamento, sull’epigenetica. Un MAESTRO